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San Giovanni Paolo II e
i Cristiani Perseguitati

















Dopo aver analizzato e riflettuto su alcuni aspetti fondamentali della vita cristiana nell'articolo: "Preghiamo per i Cristiani Perseguitati", qui di seguito, sono raccolti una serie di interventi significativi di San Giovanni Paolo II, rivolti all'opinione pubblica per sensibilizzarla sul dramma subito dai cristiani nelle varie parti del mondo.











SAN GIOVANNI PAOLO II

si esprimeva











nella Lettera Enciclica Redemptoris Missio (7 dicembre 1990):

Noi diciamo con Paolo: «Io non mi vergogno del Vangelo, poiché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede». (Rm 1,16) I martiri cristiani di tutti i tempi anche del nostro hanno dato e continuano a dare la vita per testimoniare agli uomini questa fede, convinti che ogni uomo ha bisogno di Gesù Cristo, il quale ha sconfitto il peccato e la morte e ha riconciliato gli uomini con Dio. Cristo si è proclamato Figlio di Dio, intimamente unito al Padre e, come tale, è stato riconosciuto dai discepoli, confermando le sue parole con i miracoli e la risurrezione da morte. La chiesa offre agli uomini il Vangelo, documento profetico, rispondente alle esigenze e aspirazioni del cuore umano: esso è sempre «buona novella». La chiesa non può fare a meno di proclamare che Gesù è venuto a rivelare il volto di Dio e a meritare con la croce e la risurrezione, la salvezza per tutti gli uomini. All'interrogativo: perché la missione? noi rispondiamo con la fede e con l'esperienza della chiesa che aprirsi all'amore di Cristo è la vera liberazione. ...

La prova suprema è il dono della vita, fino ad accettare la morte per testimoniare la fede in Gesù Cristo. Come sempre nella storia cristiana, i «martiri», cioè i testimoni, sono numerosi e indispensabili al cammino del Vangelo. Anche nella nostra epoca ce ne sono tanti: vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, laici, a volte eroi sconosciuti che danno la vita per testimoniare la fede. Sono essi gli annunziatori ed i testimoni per eccellenza.


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nell Lettera Apostolica, Tertio Millennio Adveniente, del 10 novembre 1994:

"La Chiesa del primo millennio nacque dal sangue dei martiri: «Sanguis martyrum - semen christianorum».(21) Gli eventi storici legati alla figura di Costantino il Grande non avrebbero mai potuto garantire uno sviluppo della Chiesa quale si verificò nel primo millennio, se non fosse stato per quella seminagione di martiri e per quel patrimonio di santità che caratterizzarono le prime generazioni cristiane. Al termine del secondo millennio, la Chiesa è diventata nuovamente Chiesa di martiri. Le persecuzioni nei riguardi dei credenti - sacerdoti, religiosi e laici - hanno operato una grande semina di martiri in varie parti del mondo.

Nel nostro secolo sono ritornati i martiri, spesso sconosciuti, quasi « militi ignoti » della grande causa di Dio. Per quanto è possibile non devono andare perdute nella Chiesa le loro testimonianze. … L'ecumenismo dei santi, dei martiri, è forse il più convincente. La communio sanctorum parla con voce più alta dei fattori di divisione. Il martyrologium dei primi secoli costituì la base del culto dei santi.

Il più grande omaggio, che tutte le Chiese renderanno a Cristo alla soglia del terzo millennio, sarà la dimostrazione dell'onnipotente presenza del Redentore mediante i frutti di fede, di speranza e di carità in uomini e donne di tante lingue e razze, che hanno seguito Cristo nelle varie forme della vocazione cristiana."


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nel discorso pronunciato a Castelgandolfo, prima della preghiera mariana dell'Angelus, il 25 agosto 1996:

"In duemila anni di storia, ai cristiani è stata chiesta non poche volte la prova suprema del martirio. Restano vivi nella memoria soprattutto i martiri della prima era cristiana. Ma anche nei secoli successivi sono molti coloro che, in diverse circostanze, hanno versato il sangue per Cristo, tanto in Oriente quanto in Occidente. La divisione, che purtroppo è intervenuta tra le Chiese, non rende meno prezioso il loro sacrificio! Ai martiri si rivolge con particolare intensità la venerazione del popolo di Dio, che in essi vede rappresentata dal vivo la passione di Cristo.

E che dire della grande esperienza di martirio, in cui ortodossi e cattolici dei paesi dell'Est europeo sono stati accomunati in questo nostro secolo? Perseguitati da un implacabile potere ateistico, tanti coraggiosi testimoni del vangelo hanno 'completato' nella loro carne la passione di Cristo (cf Col 1,24). Veri martiri del ventesimo secolo, essi sono una luce per la Chiesa e l'umanità: "I cristiani d'Europa e del mondo, chini in preghiera sul limitare dei campi di concentramento e delle prigioni, devono essere riconoscenti per quella loro luce: era la luce di Cristo, che essi hanno fatto risplendere nelle tenebre" (Giovanni Paolo II, Lettera apostolica per il quarto centenario dell’unione di Brest, 12 nov.1995: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, XVIII, 2 (1995) 1081 s.).

Il sangue dei martiri, diceva Tertulliano, è seme di nuovi cristiani. Esso è anche linfa di unità per la Chiesa, mistico corpo del Cristo"


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durante Angelus a Castel Gandolfo di Domenica 15 settembre 2002:

"Il Cristianesimo ha nella Croce il suo simbolo principale. Dovunque il Vangelo ha posto radici, la Croce sta ad indicare la presenza dei cristiani. Nelle chiese e nelle case, negli ospedali, nelle scuole, nei cimiteri la Croce è diventata il segno per eccellenza di una cultura che attinge dal messaggio di Cristo verità e libertà, fiducia e speranza.

Nel processo di secolarizzazione, che contraddistingue gran parte del mondo contemporaneo, è quanto mai importante che i credenti fissino lo sguardo su questo segno centrale della Rivelazione e ne colgano il significato originario e autentico... Ai piedi della Croce la Vergine Maria, perfettamente unita al Figlio, ha potuto condividere in modo singolare la profondità di dolore e di amore del suo sacrificio. Nessuno meglio di Lei può insegnare ad amare la Croce. Alla Vergine Addolorata affidiamo i giovani e la famiglie, le nazioni e l’umanità intera. In modo speciale la invochiamo per i malati e i sofferenti, per le vittime innocenti dell’ingiustizia e della violenza, per i cristiani perseguitati a causa della loro fede. La Croce gloriosa di Cristo sia per tutti pegno di speranza, di riscatto e di pace."


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"[...] Non abbiate paura!
APRITE, anzi, SPALANCATE le PORTE A CRISTO!
Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo.
Non abbiate paura!
Cristo sa "cosa è dentro l’uomo". Solo lui lo sa!
Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro,
nel profondo del suo animo, del suo cuore.
Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra.
È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione.
Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo.
Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna. [...]"


Papa Giovanni Paolo II
(estratto dell'omelia pronunciata domenica 22 ottobre 1978)



 
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